mercoledì 10 dicembre 2014

I giorni dell'eternità

Salve lettori!

Come promesso nel mio ultimo video, vi scrivo la mia recensione un po' particolareggiata dell'ultimo capolavoro di Ken Follett: "I giorni dell'eternità".


Partiamo col dire che questo romanzo è il terzo volume della trilogia denominata "The Century Trilogy", composta da "La caduta dei giganti", "L'inverno del mondo" e, appunto, questo terzo volume.


La storia inizia nel primo romanzo, poco prima dello scoppio della Prima Guerra Mondiale, quindi inizio 1900, e termina nel terzo volume con la caduta del muro di Berlino e un piccolo epilogo al 2008 quando Barack Obama venne eletto Presidente degli Stati Uniti.

I personaggi di questo terzo romanzo sono i nipoti dei protagonisti del primo, e anche in questo caso Ken Follett analizza persone di quattro diversi stati del mondo: Russia, Germania, Inghilterra e Stati Uniti. 

Parliamo però prima di tutto di come viene descritto il mondo da Ken Follett. Abbiamo due grandi schieramenti, ad oriente e ad occidente, che poi sono i protagonisti della Guerra Fredda. 
Da una parte gli Stati Uniti, paladini delle libertà, dell'uguaglianza, dei diritti. In realtà però è uno stato pieno di contraddizioni, perché al suo interno i neri sono ancora trattati come razza inferiore, specialmente negli stati del sud. La polizia che appoggia i razzisti violenti, e i neri che cercano di conquistare i loro diritti con le marce pacifiche del grande personaggio storico Martin Luther King.
Ci rendiamo conto qui di come il Presidente Kennedy, nonostante sia favorevole all'uguaglianza di diritti tra neri e bianchi, debba allo stesso tempo cercare di accontentare anche coloro che non vogliono quest'uguaglianza. Perché dopotutto non votano solo i non razzisti, e il Presidente deve cercare di accontentare gli uni e gli altri, per essere certo di essere rieletto.

Interessante è anche l'analisi del movimento hippy nato in quegli anni in America, un diffondersi di droga, pace e sesso.


Dall'altra parte invece abbiamo una Russia comunista guidata da Kruschev. Uno stato che crede di aver trovato la soluzione ad ogni problema: il comunismo. Quindi tutti possiedono in egual misura, non ci sono sprechi, tutti lavorano, tutti aiutano a mantenere la nazione. O almeno così dovrebbe essere. E poi vediamo dissidenti (o sospettati tali) inviati nei campi di lavoro in Siberia dopo esser stati torturati dalla polizia segreta. Vediamo corruzione delle forze dell'ordine. Vediamo difficoltà a reperire oggetti come profumo, o jeans. Vediamo limitazioni nella libertà di espressione, di opinione, di movimento. Vediamo uno stato completamente dipendete dai prestiti degli altri stati capitalisti, da lui stesso aspramente condannati. Tante contraddizioni, quindi, che rendono il comunismo non solo assurdo, ma anche indiscutibilmente impraticabile. 



Parliamo adesso dei personaggi. Essi come sempre sono descritti veramente bene da Ken Follett, soprattutto perché sono molto tridimensionali: non abbiamo personaggi totalmente positivi o totalmente negativi, anzi sono persone con tante sfaccettature, che credono di agire sempre per il meglio anche se poi in realtà non è così, e che sono soggetti a tutti i sentimenti umani: rabbia, rancore, delusione, desiderio di vendetta, amore e così via. 
Ma anche i personaggi storici realmente esistiti sono stati studiati attentamente dall'autore. Per questo quindi non vengono descritti semplicemente attraverso le loro azioni pure e semplici, ma come veri e propri esseri umani. Vi faccio due esempi. Il primo riguarda Bobby Kennedy, il fratello del Presidente, descritto come un uomo debole e distrutto dalla morte fratello e le cui azioni sono state appunto dettate da questa profonda tristezza. L'altro esempio è Kruschev, uomo con una nazione gigantesca su una mano, ma profondamente ingenuo, ai limiti dello stupido riguardo ad alcune sue decisioni, come quelle riguardanti l'agricoltura.



Non mi dilungo invece sulla grandissima capacità di Ken Follett di descrivere tutto con dovizia di particolari: vestiti, edifici, personaggi, paesaggi, tutto è descritto con precisione a seguito di uno studio accurato del periodo di cui sta parlando.

E infine: la conclusione. La trilogia termina in modo epico, all'altezza dei tre romanzi. Commovente e profonda, non possiamo che terminare il libro con il dispiacere che sia tutto finito.

Cosa ci insegna questo romanzo? Che tutto può cambiare. Anche quando la situazione ci sembra invivibile, insormontabile, quando viviamo nella miseria e nelle rinunce, anche se siamo semplici minatori (come lo erano alcuni personaggi nel primo libro), se non ci arrendiamo e non abbassiamo la testa, ma lottiamo per i nostri diritti, si può raggiungere qualunque traguardo.

Grazie Ken Follett per i tanti insegnamenti di questa trilogia.

***

Vi lascio qui il mio ultimo video delle letture di novembre, nel quale parlo brevemente anche di questo libro.

Alla prossima recensione!

2 commenti:

  1. Premetto che mi piace tantissimo l'intro dei tuoi video!!! =)
    Ora, parlando di cose serie. Dei libri che hai letto a novembre ho letto soltanto "Lolita" di Nabokov. E' stata una delle mie letture "impegnative" del 2014. Mi è piaciuto molto, ma sono d'accordo con te: essendo scritto dal punto di vista del pedofilo, ad un tratto il lettore tende a mettersi dalla sua parte, a scusarlo quasi...E' una lettura difficile, ma lo stile è incredibile! =)

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    1. Grazie, riferirò al creatore dell'intro i tuoi complimenti! :)
      Allora se non l'hai letto ti consiglio Firmino... Vedrai che ti piacerà!

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