martedì 27 gennaio 2015

Giuda

Salve lettori! Eccomi tornata con una nuova recensione, un libro letto all'inizio del mese e che mi ha sconvolta! Sto parlando di "Giuda" di Amos Oz.



Questo libro non ha una vera e propria trama, o meglio, come ogni romanzo ha una storia al suo interno, ma non è questa ad essere realmente importante. Cercherò di farvi capire perché. Siamo a Gerusalemme nell'inverno tra la fine del 1959 e l'inizio del 1960. Shemuel, il protagonista, decide di rinunciare agli studi universitari, e in particolare alla sua ricerca intitolata "Gesù visto dagli ebrei", a causa dell'improvviso dissesto economico che colpisce la sua famiglia e del contemporaneo abbandono da parte della sua ragazza, Yardena. Shemuel è sul punto di lasciare Gerusalemme quando vede un annuncio nella caffetteria dell'università. Vengono offerti alloggio gratis e un modesto stipendio a uno studente di materie umanistiche che sia disposto a tenere compagnia, il pomeriggio, a un anziano disabile di grande cultura. Quando si reca all'indirizzo riportato nell'annuncio, Shemuel trova una grande casa abitata da un colto settantenne, Gershom Wald, e da una giovane donna misteriosa e attraente, Atalia Abrabanel. Si trasferisce nella mansarda e inizia a condurre una vita solitaria e ritirata, intervallata dai pomeriggi trascorsi nello studio di Gershom Wald. Chi è veramente Atalia? Cosa la lega a Gershom? Quali storie sono racchiuse tra quelle mura?

Queste sono le domande alle quali Shemuel vuole trovare una risposta, ma questo non è realmente il nocciolo del romanzo.

Shemuel Asch troverà difatti la risposta a concetti molto più astratti e molto più importanti, come il concetto di tradimento, non inteso in senso tradizionale, bensì legato all'idea che si ritrova nei Vangeli gnostici, dove emerge che il tradimento di Giuda, non fu altro che l'esecuzione di un ordine di Gesù stesso per portare a termine il suo disegno.

Riflettendo su questo argomento, il lettore stesso si trova a riconsiderare la storia di Giuda, e del tradimento inteso in senso generale in quanto si accorge che col mutare delle situazioni e degli avvenimenti, anche i nostri stessi concetti cambiano, mutano, si adattano.

Il libro si incentra anche moltissimo sulla storica lotta tra arabi ed ebrei, lotta ideologica e fisica tra i due popoli, insegnando tanto su una storia che magari conosciamo poco, o che comunque io personalmente quasi non conoscevo prima di leggere il libro. Sembra che il romanzo ci suggerisca di guardare alle persone e agli avvenimenti da più punti di vista, per averne una visione più completa e non soggetta alle ideologie.

Infine un'ultima importante riflessione che ci porta a fare questo libro è quella sulla solitudine: la vita a volte, per un motivo o per un altro, ci porta ad isolarci, a cercare la solitudine, il ritiro. Magari perché un nostro caro è morto e non riusciamo a superare il dolore, oppure perché ci fa fatica portare a termine gli impegni che ci siamo prefissati, oppure perché ciò in cui credevamo ci ha deluso. I personaggi della storia vivono insieme e parlano tra di loro, ma in fondo sono terribilmente soli.

Dobbiamo essere capaci di trovare anche negli altri la forza di affrontare una vita che è per tutti estremamente difficile.

Un libro che parte un po' lentamente, ma che vi troverete ad amare, 
come ho fatto io, perché ciò che questo libro ci lascia vale più di mille storie d'azione!

2 commenti:

  1. Sembra un bel libro!...Però io faccio una fatica tremenda a leggere gli autori israeliani. Sono troppo complicati e, a volte, sconnessi, per me...
    Ma qui mi hai quantomeno incuriosita! ;)

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    1. Si infatti ti confesso che all'inizio anche a me è risultato un po' pesante. Ma poi l'argomento appassiona e l'ho letto con piacere!

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