lunedì 15 giugno 2015

Le Legioni di Imbecilli

"I social media danno diritto di parola a legioni di imbecilli che prima parlavano solo al bar dopo un bicchiere di vino, senza danneggiare la collettività. Venivano subito messi a tacere, mentre ora hanno lo stesso diritto di parola di un Premio Nobel. È l’invasione degli imbecilli. La tv aveva promosso lo scemo del villaggio rispetto al quale lo spettatore si sentiva superiore. Il dramma di Internet è che ha promosso lo scemo del villaggio a portatore di verità."

Eccole qua le fatidiche parole di Umberto Eco, semiologo, filosofo e scrittore italiano famosissimo anche all'estero. Queste semplici parole hanno scatenato grandi proteste, dibattiti, scambi di opinioni più o meno pacifici.

Proprio questa mattina mi è capitato di ascoltare un programma in radio nel quale alcuni ascoltatori avevano la possibilità di chiamare e dire la propria opinione in proposito. Molti a favore delle parole di Umberto Eco, alcuni contro, anche se le motivazioni di questi ultimi spesso erano poco solide.

Ma analizziamo bene che cosa ha detto Umberto Eco, dato che molto spesso i giornali e gli stessi ascoltatori si sono soffermati sulle parole "I social media danno diritto di parola a legioni di imbecilli", quando il discorso è molto più ampio.

Innanzi tutto Eco parla dell'attendibilità di ciò che troviamo su internet, riferendosi in particolare alle centinaia di migliaia di informazioni e notizie fasulle che vi si trovano, notizie che le persone condividono e fanno girare, credendole reali. Lui stesso dice che un professore assegnando l'argomento di un tema dovrebbe dire: "potete copiarlo da internet, ma guardate almeno 10 siti diversi" proprio per riuscire a scremare le notizie e capire bene quale sia quella veritiera.
E coloro che pubblicano notizie fasulle per accaparrarsi like o consensi non sono forse degli "imbecilli"?

Passiamo adesso all'argomento specifico dei social network, come Facebook o Twitter. Viene posta la domanda: "Come si fa a capire quando un utente su Twitter o Facebook scrive una notizia fasulla e quando invece sta parlando un vero esperto dell'argomento?" La risposta di Eco è semplice e scontata: pian piano le persone se ne accorgeranno, magari inizialmente crederanno a tutto, poi si accorgeranno della falsità di alcune notizie e questi cosiddetti "imbecilli" provocheranno una conseguenza inevitabile: la sfiducia dell'utente verso tutto il sistema dei Social Network, dei quali non si fiderà più.

Attenzione però: Umberto Eco non dice mai che dovrebbe essere vietato pubblicare notizie, non propone nessuna forma di censura come soluzione al problema. Ci tengo a sottolinearlo perché tutti gli indignati che hanno attaccato Umberto Eco dicono che lui vorrebbe minare la libertà di parola e di espressione.
Non c'è niente di più errato.

Eco propone una soluzione tanto semplice quanto ovvia: imparare a filtrare le notizie. Non sarà semplice, non sempre faremo la cosa giusta. Ma l'esperienza deve servire proprio a questo, riuscire pian piano a scovare gli imbecilli e far perdere loro like e visibilità.
E' per questo che secondo me è importantissimo non commentare e non condividere mai una di queste notizie assurde, o video diseducativi, o immagini offensive, nemmeno per rimproverare o criticare. Bisogna ignorare, perché ciò che gli "imbecilli" vogliono è visibilità, non importa che sia positiva o negativa.
Siamo onesti: quanti di noi hanno amici su Facebook che scrivono le loro opinioni assurde, offensive, inesatte e (spesso) sgrammaticate? E' vero o no che hanno lo stesso diritto di parola di un professore universitario? La soluzione di Eco è sempre quella che vi ho esposto sopra: saper filtrare e dare così modo agli imbecilli di scomparire all'ombra degli "intelligenti".

Inoltre ci tengo a riportare anche altre parole dette da Umberto Eco e che spesso i giornali si sono "dimenticati" di citare:

"Il fenomeno dei social network è anche positivo, non solo perché permette alle persone di rimanere in contatto tra loro. Pensiamo solo a quanto accaduto in Cina o in Turchia dove il grande movimento di protesta contro Erdogan è nato proprio in rete, grazie al tam-tam. E qualcuno ha anche detto che, se ci fosse stato Internet ai tempi di Hitler, i campi di sterminio non sarebbero stati possibili perché le informazioni si sarebbero diffuse viralmente."

Insomma lui stesso riconosce la grande utilità dei social network, quando usati correttamente.

Quindi posso dirmi d'accordo con le parole di Umberto Eco, e posso dire che proprio perché queste parole sono state estratte dal loro contesto e criticate senza alcuna vera riflessione, a maggior ragione il povero scrittore ha avuto ragione.

Per una maggiore chiarezza vi lascio anche il video dell'intera intervista a Umberto Eco, che vi consiglio di guardare proprio perché reinserisce le mie citazioni all'interno del loro contesto e vi permetteranno di farvi un'opinione basandovi su una conoscenza completa dell'argomento.


Adesso aspetto i vostri commenti e le vostre opinioni. Sono mooolto curiosa e interessata!

5 commenti:

  1. In realtà i veri imbecilli sono tutti quei personaggi tipo la Lucarelli o Diprè. Persone inutili, spuntate da non si sa da dove, che vivono di like e commenti...persone che si nutrono di +1. E l'ignaro (?) internauta mettendo un semplice +1 si infetta di "imbecillità". Una malattia che si trasmette di +1 in +1, ma non contagiosa per contatto (fortunatamente!). Ma non possiamo stupirci in questa nostra società. Le cose vanno così. Ma meno male che ci sono anche persone che sanno discernere e scegliere. Sono poche, ma ci sono. E saranno loro, poco alla volta, con fatica, a porgere l'antidoto agli infettati. Ci vorrà tempo, ma la battaglia non è persa.
    Certo, Eco ha dato una piccola smossa, ma questo ha creato un tam tam tale che quasi è finito al livello dei sopracitati mangiatori di +1...
    Ma questo, si sa, è internet. Notizie che si susseguono. Verità e menzogna. Ricercarezza e sciocchezze. E ci piace anche per questo. Se in internet ci fossero solo verità ben scritte e grammaticalmente corrette, non c'è ne interesseremmo più.
    Ho scritto un pensiero lunghissimo. Scusa :P

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    1. Mi trovi d'accordo con te. Mi è dispiaciuto trovare stati su Facebook che infamavano Eco citando due o tre frasi raccolte qua e là sul web, e mi sono resa conto quando in realtà lui abbia ragione! E il tuo articolo mi ha aiutata maggiormente a capire quale sia la situazione in un mondo così infinito come è quello dei social e di internet.

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    2. Internet è così. Un grande carrozzone dove trovi le attrattive serie e reali e dove trovi cose costruite ad hoc, false e poco credibili. Si deve solo imparare a posare lo sguardo sulle cose giuste...
      Bentornata! =)

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  2. Ciao Martina!
    Mi sono accorta ora che non ero Lettrice Fissa :/ eppure io ne ero convintissima, eh xD
    Vabbè, sorvolando sulla mia imbecillità (per restare in tema xD), direi che sia tu che Eco, secondo me, avete perfettamente ragione.
    Il problema non è che la libertà di parola è sbagliata, il problema è che non tutte le parole sono uguali (e per fortuna!) ma i social network le mettono tutte sullo stesso livello.
    E se nella vita reale, tutti parlano ma pochi "continuano a parlare", e solitamente questi pochi non sono imbecilli, sui social network invece tutti parlano e tutti "continuano a parlare", perchè diffondere le parole è diventato meno impegnativo (basta un click) e questo purtroppo fa riflettere di meno sul tipo di parole che si diffondono. Almeno, questo è il mio pensiero!

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    1. Hai perfettamente ragione. Anzi a volte capita proprio che le persone che cercano di bloccare un contenuto fasullo o scorretto commentando in modo negativo, contribuiscano comunque ad aumentare la visibilità di quell'individuo. Bisogna imparare ad ignorare e operare in modo che solo ciò che è corretto, o istruttivo, o semplicemente positivo possa andare avanti!

      Ps. Grazie per l'iscrizione! :)

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